Regio de dinâ - Teatro Dialettale Stabile della Regione Ligure/stagioni

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Regio de dinâ

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Regïo de dinâ

3 atti di Pietro Valle

regia Silvia Pinceti
Scenografia: allievi del Liceo Artistico Paul Klee
classi 3E - 4G Corso Tradizionale - Genova


Attori: Santa Grattarola, Aldo Carretti, Paolo Vettorato, Maria Teresa Mazzucchelli,
Gabriella Bruschini, Alfredo Scaramuccia, Enrico Interlando, Wanda Macciò, Roberta Traiani.

2005

LA CRITICA

sabato 19 novembre 2005
CORRIERE MERCANTILE

In "Regïo de dinâ" la saga dei genovesi "purosangue"
"Regïo de dinâ" ovvero "rigiro di soldi", è il titolo di questa ben congegnata commedia di Pietro Valle , nella quale la vicenda è costruita su un passaggio di mano in mano di una banconota da mille lire. Un vero tesoro per l’epoca in cui è ambientata la commedia, gli anni Trenta, tra pescatori della Foce. Persino nel titolo risalta la preziosa arcaicità di questo testo dove "dinâ" è la parola antica per denari, oggi sostituita da "palanche". Pietro Valle, che ha lasciato al teatro in dialetto numerose opere, in qualche modo intramontabili nel restituirci ambienti e personaggi genovesi, insaporisce la trama di questa commedia con frasi e modi di dire dell’antica e povera società genovese: deliziose per le orecchie dei veri genovesi. Società povera, ma onesta, quando bastava la fiducia per concedere un prestito anche considerevole.
Tutto comincia con gli enormi debiti contratti da una sposina, che vuol dimostrare al marito di saper fare miracoli di economia domestica, cioè spendere poco pur preparando gustosi manicaretti. I debiti presso i negozianti ammontano nientemeno che a mille lire.

Comincia da qui il prestito delle mille lire e il "rigiro" prosegue sino alla fine della commedia , dove tutto sarà chiarito e tutto restituito. Nel frattempo, s’intrecciano amori a lieto fine di Nando e Lisin, si consolida l’amore coniugale tra Giulia e Genio, si smaschera uno scroccone ( l’unico disonesto della vicenda, che, guarda caso, parla italiano), mentre domina il personaggio di Santa, che tutto vede, tutto comprende e tutto sistema.
Straordinaria l’interprestazione che di Santa fa Stanta Grattarola, imbattibile decana del teatro in dialetto, da sempre colonna del Teatro Stabile della Regione Ligure, vivace e vigorosa ottantenne, esempio e maestra per tutti. Non per nulla, alla fine il pubblico le ha tributato con grande calore gli applausi che merita, senza dimenticare gli altri bravi interpreti Aldo Carretti, Paolo Vettorato, Maria Teresa Mazzucchelli, Gabriella Bruschini, Alfredo Scaramuccia, Enrico Interlando, Wanda Macciò, Roberta Traiani,
applausi anche per la giovane regista Silvia Pinceti, coraggioso e lodevole esempio di presenza femminile in territorio da sempre maschile. Una grande attrice decana e una promettente giovane regista: una coppia esemplare, che può garantire il futuro del teatro in dialetto. Merita una citazione a parte la bellissima scena, costruita dagli allievi delle classi 3E e 4G del Liceo Artistico Paul Klee: funzionale ed ariosa con lo sfondo della Foce a tutto campo. Si replica al Teatro Carignano sino al 27 novembre.
CLARA RUBBI